Uno sguardo sulla birra di Puglia

Sul recente quarto numero (in versione integrale a questo link) del periodico di MoBI, tra i vari articoli su temi importanti dell'homebrewing e del buon bere, mi ha sicuramente colpito l'articolo realizzato da Francesco Donato (homebrewer e, da quanto ho appreso, lui stesso presidente dell'associazione di homebrewers calabresi Beer Emotion) che ha puntato lo sguardo in primis sulla scena birraia del Sud Italia, mettendo a fuoco la situazione pugliese. Riflettendoci e guardandomi intorno, mi sono reso conto che negli stessi birrofili pugliesi esiste ancora molta non-conoscenza (ignoranza è un termine che, anche se usato in un'altra accezione, risulta sempre antipatico...) del numero e della qualità dei microbirrifici della regione e dei luoghi dove è possibile trovare vere birre artigianali, e ritengo che le indicazioni date in questo approfondimento siano molto sincere e valide.

Riporto l'articolo integrale così come è stato pubblicato sulla rivista (basta cliccarci sopra e poi cliccare ancora per zoommare e leggere meglio), per poi lasciare qualche mia considerazione a seguito.




Come accennavo, personalmente sono abbastanza soddisfatto di questa analisi della Puglia birraia.
Direi che, su tutti, a livello di visibilità e attività sono Opus Grain, Birranova, e B94 a dominare rispetto agli altri, seguiti a ruota da Birrificio Svevo, Gruit e Birra Salento, ad essere i birrifici più rappresentativi del movimento pugliese. Almeno a livello di serate di presentazione e/o degustazione sento solo questi nomi. C'è poi un sottobosco di birrifici alquanto in ombra, alcuni dei quali nominati nell'articolo ed altri che io ho solo trovato sul web googlando qualche volta. Qui nel barese, infatti, direi che in pochissimi sono a conoscenza dei vari Dauno di Torremaggiore (FG), Brauhaus Engel di Manfredonia (FG), Montalto di Pietramontecorvino (FG), Il Birraio di Barletta (BAT), Birrificio del Levante di Bitritto (BA), Brjo di San Giorgio Jonico (TA), BAS di Lama (TA), Elite Beer di Martano (LE). Caso a parte è Bibere, con sede a Corato (BA) di recentissima apertura, quindi ancora in rampa di lancio, ed al quale mastro birraio Antonio auguro tutto il meglio.
Magari è una questione di scelta dei circuiti di distribuzione a condizionare la promozione dei loro prodotti, così come per alcuni di essi può anche trattarsi di una precisa scelta di muoversi nelle immediate vicinanze e di non spingersi oltre rischiando anche sul profilo economico-imprenditoriale.
Penso di aver incluso tutti, tra l'altro sono tutti quelli nominati anche sull'aggiornatissimo www.microbirrifici.org, attento a tutti i fermenti sul territorio nazionale.
Per cui...un totale di 15 microbirrifici nella sola Puglia! Sento che ne arriveranno altri a breve, di appassionati seri e ben intenzionati ce ne sono. Un bel numero certamente, ed una bella base da cui partire per un'analisi anche più dettagliata della qualità dei prodotti birrai che ne vengono fuori, che non sempre sono eccellenti. Questo, sarebbe un peccato se dovesse influire sulla fiducia nei prrodotti brassicoli regionali, anche se un esperto gestore di locale è anche chiamato a distinguere e valorizzare le buone birre locali ogni volta ne venga a conoscenza.
Sicuramente nel Sud il fenomeno birra artigianale arriva in ritardo rispetto al caso nazionale, a sua volta recente rispetto al caso americano così come alla tradizione europea. Ritengo, però, ancora abbastanza lenta la partecipazione, la voglia di diffusione di cultura birraia e la sete di obiettivi da parte dei birrifici al momento meno noti. Occorrerebbe, forse, non già la spinta imprenditoriale necessaria ad avviare le produzioni, ma anche uno slancio promozionale che faccia leva sulle tipicità locali delle materie prime (è un esempio Opus Grain con l'utilizzo di grano del Tavoliere in percentuale crescente, e i vari casi di Birranova, B94 e Birra Salento con l'uso di grani e spezie caratterizzanti dell'equilibrio delle loro birre) ed un buon volume di produzione. Se la scelta è quella di produrre birra per la comunità del comune di residenza (ipotesi che mi sento di scartare, ma su cui spero di essere smentito), può essere anche condivisibile ed accettabile. Se invece le mire sono più alte, è bene anche farsi conoscere di più per permettere una maggiore consapevolezza nell'appassionato e nel consumatore, e quindi favorire la crescita di tutto il panorama, che va dal produttore fino al consumatore finale. Se invece si produce giusto per produrre e dire di essere birrai (ritengo ci siano un paio di esempi)...beh, in quel caso il discorso si conclude da se'.
Il mio non è un monito o una sterile critica, ma vorrebbe essere anche uno stimolo o un semplice appunto su quello che probabilmente potrebbe essere migliorato, e sono abbastanza convinto che passi in avanti sicuramente verranno fatti.
Gli stessi festival birrai estivi (Tribirra, Birra&Sound, Mercatino del Gusto) sono già e saranno occasione di condivisione di intenti di birrai e di convergenze in termini di direzioni guida. Un network tra i protagonisti con sforzi comuni, collaborazioni e progetti potrebbero anche essere idee da cominciare a prendere in considerazione. Un primo segno positivo, a mio parere, è stato il corso di degustazione di 1°livello (Unionbirrai) tenutosi presso La Cantina della Birra (pub del birrificio Birranova), primo corso birraio ad essere realizzato nella regione, a cui hanno partecipato appassionati provenienti letteralmente da ogni capo della Puglia (Foggia e Lecce comprese!). I fatti dimostrano che si può costruire molto, partendo dalle basi, certamente.
Birra di Puglia...o quasi (foto: Ivan Tarricone)
Discorso collegato a quello dei produttori è quello dei distributori e gestori di locali.
Porto all'attenzione lo straordinario interesse crescente verso la birra che si è avuto in questo paio d'anni nella Puglia. Non riesco più a trovare una qualsiasi pizzeria che non abbia in frigo almeno un paio di birre d'abbazia o che non abbia una carta delle birre (ormai consegnata insieme al menu e alla carta dei vini!). Fioccano ora anche servizi speciali su riviste promozionali mordi e fuggi (come 2night, scaricabile qui, che ho avuto modo di sfogliare e leggere, e che fanno poco più che promozione pubblicitaria dei pub del sabato sera, a scapito di una vera informazione sui luoghi di autentico stampo birraio così come falsamente dichiarato in copertina...la moda della birra comporta anche questo). Questo può certamente rappresentare un bene, tutti possiamo gustare prodotti che fino agli anni '90 erano quasi introvabili in zona. Sono personalmente molto felice di questa invasione di birre di alto livello. Noto, però, una sorta di esterofilia abbastanza forte. Il prodotto belga o tedesco viene quasi sempre preferito alla birra artigianale del birrificio pugliese "X". A livello di qualità molte volte è legittimo, per carità! Però qualche sforzo in più credo si possa fare. Questione di costi? Certamente, influisce anche quello. Ma essenzialmente credo che parte dei motivi di questa preferenza risieda anche in un po' di diffidenza, di primitiva autodifesa da qualcosa che si va affermando ma su cui resta una nuvola di scetticismo, a dispetto della qualità anche eccellente di alcune birre perfino premiate in rassegne nazionali ma che subiscono un po' impotenti.
Anche qui il mio intento sta nell'invitare a diffidare meno di ciò di cui disponiamo a livello locale. Così come apprezziamo e sosteniamo il tale vino della tale piccola cantina del paese della provincia, perchè non si dovrebbe fare con la birra? Forse la fiducia è ancora bassa, forse occorre un altro po' di tempo, però sarebbe sbagliato continuare a sottovalutare l'arte di molti nostri mastri birrai (reduci da anni e anni di esperienza come homebrewers, partecipazioni a concorsi e grandi soddisfazioni portate a casa). La filosofia del "km 0", tanto osannata nei dibattiti gastronomici e dell'agroalimentare, non è poi un concetto tanto lontano da questo mondo. Si può mettere in pratica a cominciare anche dal prodotto birra. Basti pensare che in altri luoghi d'Europa proprio la produzione autoctona di birra ed il suo consumo "in loco" ha messo in moto un circolo virtuoso su cui attualmente ancora si fonda l'economia delle stesse comunità cittadine, come accade per esempio in Irlanda, Inghilterra e Baviera. Non siamo pronti forse a questo tipo di progetto, però potrebbe dispiacerci in futuro vivere del rammarico di non averci provato.
Ciò detto, bisogna dire d'altra parte che non tutti i publicans o gestori vestono i paraocchi...anzi! C'è da riconoscere molta lungimiranza, passione e professionalità in chi ha creduto nella cultura birraia, locale o nazionale, dalla prima ora, ben prima che i grossi microbirrifici esteri venissero distribuiti anche in Italia ad opera dei grandi marchi (grazie ai quali troviamo birre belghe ormai arci-note, tedesce e da tutto il mondo anche nella friggitoria dietro l'angolo).
Non posso non nominare, infatti, locali come il Felix (dei preparatissimi Gianfranco e Lorenzo) ed il King Crimson's Cafe che qui a Castellana Grotte (BA) e nel circondario sono ormai un riferimento, tra birre artigianali nazionali (Almond'22 ed Extraomnes per dirne solo alcune) e molte chicche provenienti dai migliori birrifici del continente. Concordo quindi con Francesco, autore dell'articolo preso come spunto per questo intervento, che individua anche In Fermento di Polignano a mare (BA) il Nincasi di Cisternino (BR), il Prophet di Lecce ed il pub Gruit dell'omonimo birrificio di Brindisi, tutti locali dei quali ho sempre sentito parlare molto molto bene e in cui fioccano serate in tema di birra artigianale, ma dove per il momento non ho avuto il piacere di esserci stato (alcuni elenchi di birre alla spina presenti al Prophet, per esempio, fanno davvero scendere abbondantie bava!). Da ricordare è il su citato La Cantina della Birra dove si spilla solo Birranova, con grande scelta di spine di alta qualità. Ci sarebbero anche da nominare pub di stile irlandese e scozzese, presenti soprattutto a Bari città (Joy's e The Stuart) e sulla sua costa a sud e a nord (Zarì e St. Patrick), che oltre ai prodotti commerciali stanno cominciando ad a far affezionare i loro clienti anche ad altre ottime birre del mondo brassicolo UK. Spero sia un trend che, alla lunga, porti buoni frutti ed educhi meglio il bevitore del sabato sera.

Sicuramente approfondirò, appena avrò modo, l'evoluzione che la sensibilità verso la birra di qualità potrà prendere in questo futuro, che speriamo sia sempre più marcato Puglia e sia sempre più motivo di orgoglio per la regione.

Cheers!

Commenti

  1. Se riusciamo ad organizzarci, vi accompagno volentieri a Pietra Montecorvino (ci ho lavorato da Carabiniere) o Torremaggiore o nella realtà della litoranea tarantina da me molto ben conosciuta...alla ricerca di conferme su questo articolo...
    Sergio

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  2. e perchè no! sarebbe una bella cosa! si può contattare chi porta avanti i birrifici e vedere un po' se e quando sono a disposizione per una visita o una chiacchierata!
    chi ci sta?

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  3. quando volete potete venire a trovarci.
    Vi aspettiammo per scambiare due chiacchiere e dcegustare qualcosa.

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  4. Grazie per l'invito, Domenico!
    Conto di organizzare una spedizione allora.

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  5. Grazie per aver apprezzato! Ci tenevo a fare un bell'articolo sulla Puglia, terra che amo particolarmente e nella quale torno sempre con molto piacere ;-)

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  6. se dovessi capitare da queste parti...non hai che da telefonare!!

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  7. la riflessione sulle birre artigianali in puglia mi sebra molto riduttiva e non da' secondo me il giusto peso alla reata'in particolar modo mi sembra riduttivo associare la birra ad una associazione infatti mi risultano nominate solo birre facenti parte di una associazione che non ripecchia la bota di un prodotto inoltre sono nominate birre pugliesi birre fatte dalla baladin di cuneo e inoltre ancora vengono fatti riferimenti a cene organizzate dove tutti partecipano gratis in particolare quelli che poi scrivono gli articoli........ poi prima di parlare qualcuno conosce le reali produzione dei birrifici pugliesi in ettolitri?

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  8. Di che associazione parli? Unionbirrai? Credo di aver nominati tutti i birrifici, facenti o non facenti parte, non era quello l'intento. Se ne ho saltato qualcuno, dimmi pure. Se riduttiva la riflessione, suggerisci altri spunti o parlane tu stesso se vuoi.
    Per quanto riguarda Birra Salento certo, è risaputo che produce presso Baladin, e per quanto riguarda le produzioni in ettolitri non ne ho parlato ma sono dati che si possono trovare tranquillamente.
    Ma non ho capito le cene di cui parli e a cui partecipa ch scrive articoli.
    Tengo a precisarti che questo non è un articolo e che cene organizzate gratis per chi scrive, almeno io, non ne ho viste. Spiegati meglio.

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