Kindl berliner weisse, lo Champagne del Nord


Tante le sensazioni che vengono fuori da questa birra, dal passato popolare andato quasi perduto.
Anche questa è una birra di frumento, ed il nome la dice tutta.
Questa Berliner Weisse del birrificio tedesco Kindl è contemporaneamente passato e presente di questo stile.
Uno stile nato probabilmente ad Amburgo e portato successivamente a Berlino dal mastro birraio Cord Broihan nel sedicesimo secolo, almeno così pare abbia riportato Michael Jackson.
Non c'è molta chiarezza sulla storia, ci sono altre versioni anche qui su German beer institute, nella colonna destra.
La caratteristica principale è la sua forte acidità, basata sull'utilizzo di frumento in dosi da 25% al 50% ma soprattutto su una fermentazione per mezzo di batteri lattici e lieviti selvaggi Brettanomyces.
L'appellativo che si è guadagnato nel tempo è quello di "Champagne del Nord", data la sua frizzantezza elevatissima ed un gusto davvero acido. Tanto da essere entrata nelle abitudini dei berlinesi soprattutto tagliata con sciroppi dolci posti sul fondo del bicchiere prima di versarla, come quello di asperula (che ne conferisce un colore verde) e di lampone (colore rosso).
Di storia e metodi produttivi ci sono diverse informazioni che ho trovato sul libro Progettare Grandi Birra e su German Beer Institute.



Io ho assaggiato qualche sorso in passato della Berliner Weisse Kindl, ma mai una birra per intero. L'ho comprata in inverno in vista dell'estate, e qualche giorno fa l'ho stappata e versata in quello che dovrebbe essere il bicchiere indicato, guarda caso, simile ad una coppa di champagne per fernare quella grande effervescenza che possiede.
Fino a poco tempo fa non si trovava molto spesso in Italia, poi le cose sembra siano cambiate dato che io per primo l'ho vista in tanti beer shop ormai. In effetti pare siano rimaste un paio di birrifici a produrla a Berlino.
La Kindl è stata assorbita dal gruppo tedesco Binding, ed ecco spiegata la distribuzione maggiore. E' rimasta, quindi, la sola Schultheiss oltra alla Kindl, a Berlino.


La schiuma è molto pannosa anche se non compatta, data l'effervescenza elevata che si sgonfia una volta materializzata nel bicchiere.
Al naso trionfano un carattere lattico ed acetico. Nulla a che fare con i vari lambic e gueze belgi, molto più formaggiosi. Qui il carattere è un po' più delicato, ed accompagnato da note lievitose ben presenti, tipiche di birre di frumento.
In bocca si ha conferma del potenziale dissetante di questa birra grazie al perlage finissimo che scoppietta e dà refrigerio.
Abbastanza astringente nel finale e decisamente acida a fine boccata. Ho osato non abbinandola a nulla di solido, e non è che ho fatto proprio la scelta migliore.
C'è da dire, però, che questa birra in Germania rientra fiscalmente nella categoria delle Schankbier, concettualmente equivalente a session beer e italianamente equivalente a birra light. Nonostante ciò, con i suoi soli 3% alc., non è una birra da bere a secchiate, ha la sua particolarità che si può tradurre in difficoltà se non si inquadra questa birra in quello che è.

Confesso che però l'ultima goccia non l'ho mandata giù...

Cheers!

Commenti

  1. oddio, pure io l'ho rifiutata..mi avevano portato una bottiglisa da berlino addolcita con non mi ricordo quale sciroppo..so solo che a contrastare l'acido c'era sto dolce così chimico da disgustare

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