Tribirra-day 1: Birrone e le sue basse fermentazioni


Eccomi, inauguro anche qui sul blog la sei-giorni di Tribirra.
Anche quest'anno mi trovo dall'altra parte del bancone, e quest'anno il livello medio delle birre è superiore.

Dividendomi tra lo stand Luppulia e quello dove spillo una selezione di artigianali italiane, ho notato che la festa è partita alla grande, nonostante fosse un mercoledì l'affluenza è stata buona.
Ben 6 le vie da gestire, non un compito facilissimo, devo dire, ma non mi tirerei indietro affatto con queste birre.

Le 11 birre italiane selezionate saranno ruotate durante le 6 serate. Per cui pian piano mi soffermerò su alcune, tanto tempo ce n'è.
Qualche bevuta di altre birre pugliesi sicuramente farà notizia.

Dunque, credo di poter già dire qualcosa sulle birre di Birrone. Il birrificio di Isola Vicentina (VC) si è presentato con tre birre, tutte già attaccate da ieri sera.
Ricapitolando, ci sono Brusca keller pils (4,9% anche se sul sito è 5,0%), Scubi e Punto G. Sono tutte birre a bassa fermentazione, cioè realizzate con lieviti che lavorano a basse temperature e che si depositano solitamente sul fondo del tino di fermentazione, caratterizzate da gusto pulito e maturate anche diversi mesi a temperature di poco superiori a 0°C.
A questo punto colgo l'occasione per approfondire qualcosa in più su questi stili, non sempre rintracciabili sul territorio nazionale se non nelle regioni più a nord.

A proposito della keller pils Brusca, tra le tre credo fosse la più in forma. Un buon attacco maltato ed un'elegante luppolatura. Un amaro erbaceo nel finale ma pressocchè distante dal classico Saaz che ci si aspetta. Sicuramente una pils di stampo tedesco con luppoli ugualmente germanici, a dare un finale appena amaro, con schiuma e carbonazione mediamente presenti.
Viene presentata come keller pils, e allora sul sito German Beer Institute vado a scovare qualche dettaglio in più.
Traduco: [...]" Le autentiche Kellerbier hanno effervescenza molto bassa, perchè sono tipicamente servite "ungespunded" (stappate), cioè vengono fatte maturare in botti di legno con i lieviti ancora attivi, ma con il tappo non fissato. Appena il lievito fermenta gli zuccheri residui nella birra e li converte in ulteriore anidride carbonica, al gas è possibile uscire attraverso l'apertura del tappo. 
Essendo solo sotto la pressione atmosferica, una kellerbier tradizionale è molto torbida a causa del lievito e non ha quasi per nulla schiuma data l'assenza di carbonazione. Termina molto asciutta (in bocca, ndr) con rilevanti note sia di luppolo che di malto in equilibrio.
Le kellerbier sono ottime come aperitivi servite prima dei pasti per stimolare l'appetito." [...]
Quindi più che uno stile, dire keller non è attenersi ad una birra nello specifico ma significa indicare una lager maturata con questa tecnica.
Per cui ho motivo di credere che da Birrone abbiamo appioppato questo nome perchè anche loro usano questa tecnica. Al di là di tutto ribadisco il mio apprezzamento sincero per questa bella pils.



Seconda alla Brusca collocherei la Scubi (5,6%), che qualche consumatore ha ben intuito stare per BIrra SCUra. Infatti è una schwarz, cioè "nera" in tedesco.
Ora ci prendo gusto e ritorno su German Beer Institute a scoprire qualcosa in più di questo stile dalla bassa fermentazione con malti tostati.
"E' una birra scura dal corpo medio e dall'accentuato malto, molto opaca e dal profondo color seppia, con una trama gommosa ed una lunga e cremosa schiuma. A dispetto del suo colore scuro, appare come una leggera ed elegante birra ricca, moderata e sorprendentemente bilanciata. [...] Nel bicchiere sembra molto simile ad una ale scura britannica, ma inganna. Le schwarz, diversamente dalle ale britanniche, hanno un sapore pulito da lager che lascia da poca a nessuna percezione di fruttato sul palato. Piuttosto le schwarz producono molto moderate note quasi agrodolci di cioccolato, caffè e vaniglia. [...].
A molti ha lasciato un po' perplessi, ma io credo non si possa pretendere da questo stile un'esplosione sensoriale che invece si trova in porter e stout britanniche, appunto. Per cui riferita al suo stile mi è sembrata abbastanza ben fatta, con sentori molto delicati di cacao e quell'agrodolce ben distinguibile. Schiuma ampia e poco profumata ma che rende questa birra una bella alternativa alle basse fermentazioni di colore chiaro.

Terminando il giro su Birrone, la terza birra alla spina è stata la Punto G.
Ahimè questa birra temo non fosse molto a posto, dato che qualche off flavour ("puzzetta") è venuta fuori dal bicchiere verso il naso. Potrebbe essere anche una questione di fusto, vedremo.
Al di là di tutto, è indicata come ambrata, e se 2+2=4 mi viene in mente possa essere una bock. Bock molto scorrevole come corpo, con uno spazio dolce iniziale ed una facilità di bevuta molto interessante. Schiuma corposa, note di prugna e frutta secca ed un leggerissimo amaro finale. 6,2% non molto avvertibili, buona birra ma tra le tre la metto in coda alle altre.

Birrone sta andando molto, al di là delle mie personali valutazioni.
Sarà ancora disponibile per questi giorni, per cui correte a provarle, e magari a confermare o smentire le mie sensazioni.

Sulle altre birre ci torno...eccome se ci torno!
Intanto un'incursione allo stand Birranova mi ha permesso di ritrovare un'ottima Saynomore, birra brassata per il ristorante Infermento, altbier sempre molto interessante per eleganza, semplicità e facilità di bevuta.
Davvero molto buona, limitata perchè per ora c'è, poi chissà.

Cheers!

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