Assaggi di BirrApulia: Birra Lager e Doppio Malto

Mi appresto ad assaggiare le produzioni di Oliver Harbeck, il birraio tedesco di BirrApulia, e già immagino sarà un tuffo in qualcosa di speciale, che viene da lontano anche se, in realtà, è solo a qualche chilometro da qui.
Come detto nel post precedente, le birre che produce sono una lager ed una doppelbock, chiamate rispettivamente Birra Lager e Doppio Malto. Come dicevo, sicuramente nomi non originali, anzi, il secondo evoca (almeno in Italia...ma credo Oliver non lo sapesse) casi di mancanza di cultura birraria dato che da anni è un'espressione legata alla sola classificazione fiscale della birra e che richiama una mancanza di cultura degli stili. Ma sicuramente non saremo nè io nè altri ad avere il diritto di insegnare la tradizione birraria tedesca ad un tedesco, per cui sono alquanto sicuro che dietro ci sia la sostanziale scelta di concentrarsi sulla birra in se' piuttosto che sul marketing, sui nomi o sul rigore culturale a cui forse ci stiamo abituando (o in cui ci stiamo viziando) noi in Italia.
Scelta piuttosto rara oggi.

Dunque, bando alle ciance ed apribottiglie alla mano. Stappo per prima la Birra Lager.
Subito un aroma finemente floreale che diventa mielato.
Attacco dolciastro, carbonazione ottimale. Gusto pulitissimo, non una nota storta. Leggermente burroso, ma davvero impercettibile. Corpo leggero, beverinità straordinaria.
Tempo nel bicchiere: dalla cucina alla camera da letto, con l'intento di gustarla con calma, è durata appena 5 minuti, cronometrati.
Schiuma molto buona, persistente. Colore biondo quasi paglierino, limpidezza molto evidente.
In bocca emerge crosta di pane e malto in evidenza inizialmente. Gradualmente un amaro finale cresce e si smorza senza traumi.
Gradazione alcolica fantasma...apparentemente scarsa, ma l'etichetta recita 5,7% alc. Wow!
Ottima birra per lo stile che rappresenta. Anzi, noto una vicinanza alle munich helles, ed in questi giorni ho avuto conferma dallo stesso Oliver.
In estate farebbe una fine ancor più rapida!


La doppelbock Doppio Malto si presenta anch'essa con un cappello di schiuma degno della caratura di questo stile. Per chi volesse ricapitolarne la genesi, la classica pagina su germanbeerinstitute.com chiarisce sempre tutto. Basta anche solo ricordare la caratteristica desinenza in "-ator" di birre appartenenti a questo stile e l'ideazione di questa birra ad opera dei francescani, birra da bere in periodo di quaresima.
Al naso si sente subito che la partita verrà vinta dal malto, senza tante storie. Caramello e qualche fragranza tostata finemente avvertibile, quasi castagna. Colore ramato con riflessi bruni, mogano. Limpida ed anche abbastanza densa.
La tentazione di berla subito è forte, mi tuffo nel suo corpo scorrevole nonostante si senta un bel contributo maltato. Caramello sicuramente, ma subito uva passa ed anche prugna e nocciola. Queste le sensazioni immediate, con una carbonazione anche qui azzeccata "al millimetro", lieve e finissima. Ogni sorso scorre molto piacevolmente, il sottile gas prima esalta le papille e poi le ripulisce anche con una leggera secchezza.
Corposa, attacco dolciastro ma non è affatto un macigno. Sa come trovare la strada per concludere al meglio la sua corsa in bocca e soddisfare. Sicuramente darebbe il suo meglio con carni rosse, io per ora mi accontento di berla da sola. Alla fine qualcosa di simile al cacao si fa vedere, mentre l'amaro da luppolo è praticamente inavvertibile, come un sottile velo che sai che c'è e che contribuisce a reggere la baracca.

Complessivamente posso ritenermi molto soddisfatto di questi assaggi.
Oliver mi ha detto di aver avuto problemi in questi mesi con la qualità delle sue cotte. Non ho avuto modo di imbattermi nei problemi delle sue birre, ma al di là di questo posso dire che la strada intrapresa da queste ultime cotte è sicuramente buona, senza ombra di dubbio.
Mi sono durate molto poco nel bicchiere, anche se dopo un po' la doppelbock si fa un po' sentire con la sua robusta struttura alcolica, ma ci sta.

Penso queste birre possano davvero piacere nel tempo, magari slegandosi dal preconcetto che vede le birre tedesche come "anonime bionde".
Oliver sicuramente dovrà lavorare per conquistare i consumatori appassionati pugliesi (forse più adatti a fuochi d'artificio luppolati), ma alla lunga mi auguro in tanti possano apprezzare l'arte brassicola che impiega nelle sue creazioni.

Cheers!

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