Al New Tipple di Trani per una strage di Birrificio del Forte

Devo dire che di strada ne abbiamo fatta. Sbattersi per un centinaio di km e poi ripercorrerli col carico nel fegato non era impresa facilissima.
Comincio subito col dire che il bilancio di questa scorribanda fino a Trani è positivo.

L'obiettivo erano le birre del Birrificio Del Forte stipate ed erogate dal New Tipple, american bar gestito con scaltrezza ma anche attenzione da parte di Luca.
Il frigo e le birre a disposizione sono assolutamente ai livelli di qualche più nota birreria della mia "Trullolandia", con produzioni locali ma anche nazionali, belghe ma anche america. Nel piccolo, ovviamente, ma già apprezzabilissimo e rappresentante una più che degna double-face del classico bar da aperitivi e finger food.

Luca ci ha lasciato in frigo le birre che volevamo e per le quali abbiamo viaggiato.
Delle cinque, però, una non ce l'ha fatta a finirci nelle fauci causa ora tarda e saturazione alcolica raggiunta. Ma poco male, almeno siamo stimolati a rincorrere nuovamente le Del Forte per completare la panoramica.
Bando alle ciance.

La prima è la Gassa d'amante, appena 4,5%alc. ma un corpo non indifferente. Al naso subito qualche bell'agrumato, arancia dolce ed un taglio fresco. In bocca l'agrumato si esalta con il croccante dei malti, inizialmente sopravanzati da pesca ed arancia donati dai luppoli, poi più amalgamato e determinante nell'elaborarne un profilo quasi estivo. Appagante e rinfrescante, gran bella carbonazione.
Diciamo che per essere una belgian ale non ha un naso belga, ma questa è una questione stilistica in cui si imbattono diversi birrai italiani.

Seconda birra, la Meridiano 0, una special bitter da 5% alc. Qui il naso rivela un'importante apporto del lievito, che predomina forse un po' eccessivamente sul profilo generale olfattivo. In bocca si dimostra interessante in realtà, ed anche qui intuisco qualche apporto di luppoli dal profilo agrumato in aggiunta ad altri più tradizionali e moderati. Sicuramente qui il caramello si avverte ed il corpo è pieno, anche qui oltre le aspettative. Un amaro finale spazza il poco che basta e ripulisce a sufficienza, anche se a fine bicchiere non è quello a prevalere ma ancora qualche fruttato da percoco e pesca che risuscita e torna a galla.



Andando avanti passiamo alla quasi leggendaria 2 Cilindri, una porter da 5%alc. Al naso annuncia già quello che sarà, con qualche accenno di tostati morbidi ed appena dolciastri, mentre il luppolo si nasconde come è giusto che sia. In bocca è davvero originale nella sua semplicità: parte dolciastra e strutturata, poi assume dei sapori che mi rimandano a malti brown e aromatic (sensazioni istintive, magari non ci sono per niente) con un'impronta appena caramellata ma non troppo dolciastra, mentre nel finale arriva una discreta secchezza e di colpo non senti quasi più nulla. Ogni sorso rivela quasi un sapore antico sempre immaginato ma mai addentato. Mi ha conquistato questo piglio unico e distinguibile pur mantenendo la birra in canoni abbastanza rispettati per lo stile.

Per ultima, saltiamo direttamente alla più recente produzione, la Regina del Mare. Dovrebbe essere una belgian ale da 8%alc. ed inizialmente me l'aspetto sullo stampo delle "donker" o "bruin" belghe più tradizionali.
C'è da dire che anche qui il naso non si presenta come belga puro, seppur sia molto intrigante con qualche caramello in evidenza e spezie non meglio individuate nè specificate.
In bocca sorprende, si riprende e fa un bel figurone. Non ha nulla di dattero o nocciola, ma il corpo bruno e pieno sicuramente ricorda vin cotto magnificamente. I ricordi si affievoliscono quindi non riesco ad andare oltre senza rischiare di commettere errori, ma ciò che mi ha sopreso più di tutto è stato un finale finemente balsamico, con qualche sentore mentolato e di salvia che chiudevano in bellezza ogni sorso. Anche qui carbonazione perfettamente d'aiuto nel pizzicare la lingua ed aumentare il balsamico finale.

Possiamo dire sicuramente di essere soddisfatti di questi assaggi. Non siamo nè i primi nè gli ultimi a promuovere a pieni voti le creature del Birrificio del Forte.
I loro stili sono pur sempre interpretazioni, nella migliore delle scuole italiane, ma non mancano di picchi di originalità senza ricorrere ad estremismi o a mano eccessivamente pesanti nell'uso di ingredienti caratterizzanti.

Bravi loro e bravo Luca ed il suo staff del New Tipple nell'aver creduto in queste birre ed averle portate in Puglia.

Cheers!

Commenti