Uso e abuso dell'espressione "cultura birraria"

Elencare i luppoli di una American IPA o trovarne le differenze con altre American IPA è solo triste nozionismo.
Quello a cui ormai ci siamo abituati negli ultimi decenni, dalle scuole alle università, dai media al lavoro.
Sapere poche cose slegate spesso consente di poter dire di conoscere.

La cultura birraria sarà pure indefinibile ma è un'altra cosa: è sapere il senso profondo di birre come le mild, comprendere le gioie e le origini tecnologiche che danno le rauchbier, condividere il rigido carattere aromatico di una bitter, perdersi nella rotondità di una pils ceca, adorare la tenacia dei monaci belgi nell'isolare un ceppo di lievito per decenni e dare vita a birre quasi perfette come le dubbel, ecc...

Sono cose che non si apprendono al volo, e se accade non è automaticamente un tassello di cultura birraria.
L'interesse va coltivato, studiando. Bevendo, sì, certo, ma bisogna approfondire, bisogna dedicarsi con la testa anche. Qualche libro anche non guasta...anzi, cultura + libri vanno da sempre a braccetto mi pare...

Ci concedono di utilizzare la parola cultura parlando di birra, almeno facciamo in modo di meritarci questa fiducia che ci viene data esaltando l'aspetto conoscitivo più che il semplice senso nozionistico di questo interesse.
Qui invece fioccano addetti ai lavori che fingono di sapere ed allo stesso tempo quel poco lo trasmettono, ma pur sapendo di non sapere non si sentono in difetto.
È questa la cosa che mi indispettisce!
Il modello wikipediano spopola anche in questo campo, mi viene da dire...

Eppure qualcuno questi concetti ancora non li possiede.

Tra i tanti episodi cito questo.

Qualche giorno fa un tizio entra nel pub e dice:
"Sapete, qualche giorno fa sono stato a Bruges...ma quanta birra c'è.
La cultura della birra è addirittura più alta rispetto all'Italia...incredibile!!!"


Questa frase mi ha fatto riflettere (oltre che a farmi scompisciare in silenzio), dandomi degli spunti in diversi sensi.

Si può affermare che qualcuno qui non ha minimamente idea di cosa sia la birra, di dove sono i luoghi dove è radicata tra la gente, di dove offre i migliori esempi in merito a birre.
E questa è la parte che possiamo etichettare con "ignoranza", nel senso che si è totalmente al buio di cosa c'è lì fuori.

Però, rivoltando la questione come un calzino, si può anche dire che grazie a tanto parlare di birra in Italia ultimamente qualcuno sta cominciando a concepire che esiste una sorta di mondo dove ci sono da sapere un po' di cose e che è abbastanza appassionante.
Questo spinge qualcuno anche ad affacciarsi fuori dall'Italia e a scoprire che non è l'unico posto dove la birra spicca, ma addirittura a scoprire il vaso di Pandora e a rendersi conto di quello che in fin dei conti è questo mondo.

Questa doppia interpretazione mi lascia ancora pensieroso e mi fa venire voglia di chiedere altre opinioni.

Da un lato battere il ferro fa svegliare quell'1 su 1000 di speranza, dall'altro batti e ribatti con una scarpa improvvisata a martello e il chiodo si inserisce storto.

Che strada prendere?

Cheers!

Commenti

  1. la questione rilevata da te è molto molto delicata. non ti nascondo che leggendo quello che hai evidenziato in rosso mi sono fatto una grassa risata. Un poco come quando mi dicono: “ma perché ora pure in belgio fanno la birra?” Poco dopo però ho riflettuto che quella frase detta da un avventore e un neofita fa ridere..detto da chi somministra birra o che inizia a farlo fa piangere. Personalmente la cultura birraia intesa come insieme di nozioni teoriche affiancate ad una pratica continua deve essere materia per pochi appassionati e/o attori del settore. Dico questo per il semplice motivo che troppo spesso c'è fretta. Non puoi leggere un manualetto da 20 pagine, assaggiare una chimay e dirti pronto a somministrare birra di qualità al prossimo. E purtroppo è questo che sta avvenendo. La rilevanza mediatica che inizia ad avere questo mondo fa gola a molti...gli stessi che fino ad oggi hanno "speculato" sul vino e prendono il mondo della birra come un mondo minore, simile, facile da apprendere e governare, quando invece è l'esatto opposto.
    E' un mondo immenso, difficile da capire se non si è mossi da una passione viscerale e se non si è disposti a scendere a compromessi col proprio portafogli. Perché come ogni passione comporta un continuo esborso di denaro. Diffido sempre da chi si avvicina a questo mondo già con idee di guadagno. E' difficilissimo fare di una passione un lavoro...ma forse sono un pò troppo disilluso. Concludendo e rispondendo alla tua domanda...io imboccherei la strada di non battere il ferro...tanto già si sta facendo largo in questo mondo chi batte per modellarlo a proprio piacimento..invece io sono un pò più romantico e cerco ancora l'autenticità e la sincerità...è da quelle persone che voglio imparare tutto e di più di questo mondo.

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    1. Non battere più il ferro è anche la mia tentazione, ti confesso.
      Se non fosse per coscienza e per un certo spirito di condivisione latente in me...

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