I dieci nuovi produttori pugliesi...sì, avete letto bene: dieci!

Eravamo rimasti qui, a qualche intuizione, a dei numeri buttati lì, a delle impressioni verso un fermento continuo ed incessante.


Di mese in mese le nuove aperture di birrifici e l'avviamento di beer firm si susseguono a ritmo incredibile, in barba a chi ne ipotizzava un crollo o un calo, che se mai dovesse arrivare sembra ancora molto lontano.
Ebbene...nonostante la mia previsione potesse sembrare forse un po' esagerata, bisogna ammettere che è stata anche fin troppo cautelativa. E sto per dimostrarlo...

Sono tante le novità...forse anche troppe, se non fosse che in diversi casi si tratta di volumi di portata medio-piccole, caratteristica che chiaramente è slegata dalla qualità delle produzioni.
In questo mega post cercherò di raggruppare le più importanti novità, spendendo qualche parola al volo su quelle che ho assaggiato e riservandomi di parlare di quelle birre che avrò modo di bere appena mi si presenterà occasione. Ovviamente, sperando di trovarmi di fronte a produzioni degne di nota e dello "sforzo" di riassumerli qui sul blog.


Partiamo dai birrifici, allora, e da una provincia pugliese che raramente fa parlare di sè.
Da qualche mese è ormai attivo il birrificio Ebers, con un impianto da 12hl dove il birraio Michele Solimando si dedica alla produzione, frutto del cammino fatto da homebrewers e dalla professione di agronomo con particolare affinità verso i cereali, propensione a cui è seguita tanta formazione tra viaggi birrari, e corsi al CERB e presso la Doemens Academy.
Le birre prodotte al momento sono tre ed hanno i nomi omonimi degli stili di riferimento: Belgian Blond Ale (5,7%alc., 25 IBU), American Pale Ale (6,7%alc., 35 IBU) e Blanche (5,3%alc., 17 IBU), Nota di rilievo per quest'ultima, partorita inserendo anche orzo coltivato presso le proprie aziende agricole, grano duro Senatore Cappelli e scorze d'arancia I.G.P. del Gargano.
Assaggerò presto queste birre, sicuramente sarà più facile dire qualcosa ma ho una buona sensazione.


Contro ogni pronostico, nel foggiano le cose stanno diventando serie.
Ancora un altro birrificio, infatti, sta nascendo: è il Birrificio Artigianale delle Puglie ed ha sede ad Ascoli Satriano. Il progetto prevede l'esordio con una prima linea di tre birre denominata Japigia, in riferimento alle antiche popolazioni appule (qui ci vedo un'analogia con un altro birrificio, I Peuceti di Bitonto), linea di cui è già pronta la prima birra. Si chiama Daunia e, nonostante l'utilizzo di qualche luppolo americano, viene presentata come semplice Pale Ale, con un valore contenuto di amaro di appena 15 IBU. Il nome è chiaramente ispirato al territorio del foggiano, sede del birrificio.
Curioso come in diversi casi, nomi di birre e birrifici attingano dalla geografia o dalla storia del territorio, spesso come mezzo di promozione, in cerca di una sorta di identità, a mio parere tutt'altro che scontata da ottenere.



Altra provincia poco battuta è quella tarantina, ed è proprio qui, a San Giorgio Jonico, che nasce il Birrificio Fabbiano.
Non ci sono molte informazioni disponibili, ma anche qui le birre prodotte sono tre. La Nobilis è una birra lager da 5%alc. , che dalla descrizione che recita "l'affumicato e il tostato sono appena percettibili e non invadenti, lasciano spazio a profumi di frutti rossi molto maturi e frutta secca" potrebbe essere vicina alle rauchbier o a qualche dunkel. La Skandeerberg, invece, dovrebbe essere invece una pilsner molto luppolata da 5%alc., ed infine la Creep Weisse una classica weisse tedesca, anch'essa da 5%alc. Non è dato sapere altro, nonostante ci abbia diverse volte.


Un grande ritorno, invece, è quello del Birrificio Altamurano. L'annuncio di questa apertura avvenne diversi anni fa, ormai: era il gennaio 2012 quando venni a conoscenza dell'imminente apertura di questo birrificio in quel di Altamura. Ed in realtà bevvi già le prime birre, le quali erano prodotte presso il birrificio Maltovivo in Campania con il supporto di Luigi Serpe, uno dei nomi più importanti del primo movimento birrario meridionale.
Diverse vicissitudini hanno tenuto il progetto in standby, ma ultimamente pare sia tornato lo sprint. Almeno, così mi ha riferito il birraio e proprietario, Nicola Montemurro, incontrato nel suo locale di mescita del birrificio, Murex, situato nel centro di Altamura, con ben dieci vie più due a pompa.
Di birre prodotte e presenti alle spine ce ne sono già sei, e rispondono al nome di Weizen dell'Alta Murgia (weizen), Ginevra (robust porter), Superambrata (dubbel), Suprema (kölsch), Federiciana (IPA) e Malto d'oro (tripel). Ho bevuto una Suprema a posto con sottili aromi di malto, alquanto piacevole, così come lo sono state una dubbel, dal finale rustico ed appena amaro, e la robust porter caffettosa e dai richiami di caffellatte.
Mi auguro di assaggiare con più calma l'intera gamma e di sapere qualcos'altro in più sull'evoluzione del birrificio.

Nel Salento, invece, c'è Lupiae, che stando a quanto dichiarato sul sito, è un birrificio fisico dalla sala cottura da 5hl e che produce una sola birra, la Birra Mèa.
Fonti autorevoli mi rassicurano sul valore di quest'ultimo e soprattutto sulla preparazione degli artefici, ma in questo marasma la mia diffidenza si trova a crescere sempre più.


Esaurita la carrellata sui birrifici (solo per ora...che io sappia, ci sono già altri due birrifici che attendono solo autorizzazioni), bisognerebbe passare alle beer firm. Su alcune andrò più veloce, avendo reperito poche informazioni.

Uno dei progetti più interessanti può essere quello di Birra del Sud, la beer firm nata dalla collaborazione tra Leonardo e Camilla, compagni nella vita e ora anche negli affari. Leonardo Copertino viene da un passato da homebrewer e si è lanciato in questa beer firm producendo presso l'impianto di BirrApulia, ad Ostuni. Al momento abbiamo una prima birra che è la Eagle, che si riferisce allo stile della american pilsner, stile o pseudo-stile poco battuto a dispetto di imperial pilsner e che vede la presenza di mais, malti dal profilo poco invadente ed una generale croccantezza e beverinità, senza fare a meno di una generosa luppolatura.
Da essere identica alla birra prodotta in Germania, iniziò a  modificarsi; clima, estati più calde, attegiamenti sociali ma, sopratutto il proibizionismo e la grande depressione, ne modificarono il gusto fino a creare una birra completamente nuova, più leggera rispetto a quella Europea.
Sarei curioso si assaggiarla e di cercare di capire quanto possa attenersi a quello che si dice di questa tipologia americana, le cui origini si perdono nei periodi del proibizionismo.
In arrivo è già pronta una seconda birra che si ispirerà alle IPA, che a quanto pare avrà un carattere deciso ma senza scadere in interpretazioni troppo muscolari.


Altra curiosa impresa è quella di Doppia Cotta, con produzione presso Birrificio Castel del Monte, e che ha in scuderia due birre. Si tratta di Blond Ale e Brown Ale, entrambe di 7,5%alc. e riferibili agli omonimi stili anglosassoni, nonostante la gradazione elevata suggerisca ben altro. Una curiosità da riportare riguarda la sola presenza di birre in fusto durante manifestazioni locali piuttosto che in bottiglia, che pare sia (per il momento) la scelta chiave nella loro rete di vendita.


Credete abbia finito? Macchè...
Ci sono altri quattro progetti di cui parlare, ma di cui non c'è materiale sufficiente per dilungarsi.
C'è la beer firm Birra Mandonion, con campo base a Manduria e che produce birre che sembrano quasi dei messaggi in codice, a giudicare dai nomi: 1.15 è una chiara generica, la ambrata dal nome 2.0 e la birra 613 caratterizzata dall'aggiunta di melograno. Che sia un modo per depistare la concorrenza? :-)


C'è anche Birra Idem, che va a toccare le corde del sociale proponendosi come prima birra che rivendica i diritti LGBT.
Le birre sono due, la Idem Bionda, una pils da 4,7%alc. con pepe rosa e fiori d'arancio, e la Idem Rossa, una rauch da 5,0%alc. che quindi prevede l'utilizzo di malti affumicati.
Faccio fatica a capire il nesso tra birra di qualità ed orientamenti sessuali...ad ogni modo, se volevano incuriosire qualcuno, credo non stiano avendo grosse difficoltà a farlo.

Concludo con Finibus Terrae, beer firm (lo so per certo, mi sono informato: non è un birrificio) salentina che ha prodotto la sua prima birra, Messapika. (aridaje col tema delle popolazioni pugliesi) Birra che mi sono ritrovato nei frigoriferi in giro per Lecce, anche se devo dire che non mi ispira, a pelle, molto interesse.


Sono tante le domande che mi frullano per la testa...ma forse è meglio pensarci su, contando ed osservando come si sta evolvendo questo campo, che da nicchia sta diventando sempre più ampio.

Poi, però, quando mi chiedono quali sono i più meritevoli birrifici pugliesi, rilevanti su territorio nazionale, il più delle volte faccio fatica a nominarne più di un paio, e quando sono in vena di complimenti, non mi servono comunque mai entrambe le mani per contare i migliori.
Retorica a sentimentalismi a parte, cosa vorrà dire tutto ciò?

Cheers!

Commenti

  1. Bravo Angelo, complimenti per i tuoi aggiornamenti sempre dettagliati e competenti. Rispetto alla tua domanda finale, io rilancio con un'altra: quanti dei birrai pro emersi negli ultimi anni in Puglia sono andati a scuola dai maestri storici del movimento regionale? Intendo ad esempio Donato o Raffaele...

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    1. Grazie Andrea.
      Mah, un paio hanno provato ad essere "avviati" dai maestri citati, ma siamo ben lontani da casi in cui si è proprio cercato l'indottrinamento. In effetti è anche questa una provocazione che lascia pensare...

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  2. Le Ebers Beers hanno avuto un notevole impatto nel panorama foggiano. A livello distributivo sono entrate subito in pianta stabile nei menu dei maggiori locali della provincia e anche in alcuni grossi supermercati.
    Ancora non ho avuto modo di provarle ma ho le tue stesse sensazioni positive.

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